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Se anche la Barbie diventa ambientalista…

Ai miei tempi al massimo andava in bicicletta o stava nel suo camper rosa in mezzo al mio giardino. Ora che è cresciuta pare che voglia difendere la natura, gli animali, la terra. E’ stata astronauta, atleta olimpionica, rockstar, campionessa di rally e ora la Barbie può persino diventare ambientalista (a meno che le bimbe votanti sul sito scelgano le immarcescibili carriere di medico, anchorwoman, architetto o programmatrice informatica). Che sia un segno dei tempi? Se lo sceglie persino la Barbie, evidentemente difendere il pianeta è molto cool, almeno nell’idea, ma poi questa tendenza si  traduce in una reale conversione dei consumi e della produzione? Se lo sono chiesti anche all’Eurispes (non partendo dalla Barbie, certo), nel rapporto sull’Italia appena uscito. Alcuni dati sono interessanti e mi hanno stupito. Quello sulla superficie agricola mondiale coltivata secondo i principi dell’agricoltura biologica, ad esempio:  nel 2001 era poco più di 17 milioni di ettari e ora supera i 32 milioni di ettari.  L’Italia che, per molti anni, è stata il primo paese per superficie dedicata all’agricoltura biologica con il 15% del territorio così impiegato, ha però rallentato la crescita ed è stata raggiunta anche da  Germania, Gran Bretagna e Francia, che sono anche i primi per quanto riguarda il valore delle vendite di prodotti bio e il numero di operatori del bio. E sono pure in crescita, per fortuna. Nonostante questi passettini in avanti, dal punto di vista delle fonti energetiche, però, il rapporto Eurispes non segnala cambiamenti significativi dagli anni 70 ad oggi. La principale fonte energetica resta il petrolio con un consumo lordo interno mondiale cresciuto di 1,2 miliardi di toe tra il 1973 e il 2007. E le energie rinnovabili? Il loro contributo è aumentato dagli anni 70 ad oggi, ma resta, purtroppo, notevolmente inferiore rispetto alle fonti tradizionali di energia (solo il 12%), tuttavia in Europa è in progressiva crescita e contribuisce al differenziamento delle fonti, e l’Italia è al quinto posto per consumo interno di energia da fonti rinnovabili. Un pochino ci stiamo muovendo, ma il ritmo è lento…arriverà mica prima la Barbie?